A casa

Vivere con allergie alimentari: a casa

Il cibo riveste un posto primario nella vita di ogni individuo perché rappresenta il primo punto di comunicazione e di relazione; attraverso di esso passano infatti, sensazioni, affetti, pulsioni ecc.
L’allergia alimentare incide pesantemente sulla qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari e comporta inevitabilmente uno sconvolgimento relazionale della famiglia, specialmente nel caso in cui vi sia il rischio di una reazione anafilattica.

Senso di angoscia, di ansia, di frustrazione sono sensazioni che spesso accompagnano i genitori che si trovano da soli ad affrontare le problematiche di una patologia la cui gestione richiede grandi sacrifici da parte dell’intera famiglia e porta spesso a iperproteggere il figlio malato.
A volte è l’intera famiglia a diventare allergica e ad entrare in un regime di restrizione dietetica.

Bisogna tuttavia evitare di trasformare l’allergia alimentare in un handicap per aiutare i propri figli a crescere in modo armonico. E’ fondamentale prestare attenzione “all’individuo come persona” nella sua interezza, non focalizzandosi esclusivamente sulla malattia. I bambini ed i ragazzi hanno bisogno di socializzare, di sperimentare, di incontrarsi con i coetanei, di partecipare alle feste degli amici, alle gite scolastiche quindi hanno bisogno di tutti quei momenti di crescita necessari ad ogni bambino e ragazzo per essere sereni e sicuri di sè.

Anche se sembra difficile, i genitori devono trasmettere la tranquillità e la serenità indispensabili per aiutare i propri figli ad affrontare e sperimentare la vita dentro e fuori casa.

È compito dei genitori sensibilizzare i fratelli ed il resto dei componenti della famiglia verso le problematiche che l’allergia alimentare comporta e, allo stesso tempo, educare il figlio allergico alla sua diversità, soffermandosi sulle caratteristiche personali che lo rendono unico, ridimensionando il fatto che mangi cose diverse.
È molto importante cercare di valorizzare le attività che i figli allergici e non, fanno insieme piuttosto che evidenziare che ognuno mangia un piatto diverso.

I genitori devono saper ascoltare i figli allergici, fare molta attenzione ai loro racconti, ai loro umori, ai loro gesti: a volte il corpo parla per loro…
I genitori devono anche parlare e far parlare i propri figli delle difficoltà che affrontano quotidianamente nella gestione della propria malattia per incoraggiarli a non tenerle nascoste ma a fronteggiarle con coraggio, senza minimizzare o negare. Questo li aiuterà a crescere in modo armonico in un ambiente in cui tutti sono a proprio agio.

Non bisogna aver remore a confidarsi con loro perché tutti i bambini ed i ragazzi che hanno difficoltà sono straordinariamente sensibili e, spesso, sono in grado di percepire le emozioni profonde di un genitore meglio di lui stesso!

Il pasto è sicuramente uno dei momenti di relax e di socializzazione per tutti. Bisogna riuscire a renderlo un’esperienza piacevole anche per chi è allergico. Per questo motivo si devono mettere in atto le necessarie precauzioni che facilitino la permanenza del bambino allergico a tavola con i familiari.
La manipolazione del cibo di un bambino allergico richiede molte attenzioni e la necessità di adottare particolari norme igienico-sanitarie e scrupolose precauzioni procedurali durante l’allestimento del pasto.

È sempre indispensabile leggere attentamente le etichette degli ingredienti e nel contempo:

 
    • fare attenzione alle contaminazioni involontarie durante la preparazione del pasto;
    • prima di usare cibi preconfezionati leggere attentamente le etichette perché potrebbero essere incomplete o elencare cibi in modo poco comprensibile;
    • fare attenzione alle salse, condimenti, ecc., perché possono contenere ingredienti come latte, uovo, grano anche in modo nascosto (per esempio aromi naturali, aroma caramello, lattoglobulina sono voci che indicano o potrebbero indicare la presenza di derivati del latte);
    • è sempre preferibile dare la priorità temporale alla preparazione del “pasto speciale”;
    • lavare sempre accuratamente le mani e le superfici di lavoro; usare stoviglie ed utensili puliti o, meglio ancora, usare un set esclusivamente dedicato alla preparazione dei pasti speciali (ad esempio: se si usano cucchiai e taglieri in legno, dovrebbero essere adoperati solo per la preparazione di pasti speciali per evitare contaminazioni involontarie; se si cucina la pasta, usare un tegame pulito con acqua non usata per altre cotture e mai mescolare la pasta con lo stesso cucchiaio usato per altre pietanze; lavare accuratamente lo scolapasta oppure usarne uno apposito);
    • cucinare i cibi separatamente (specialmente nei casi, per esempio il forno, nei quali potrebbero nascere involontarie contaminazioni incrociate);
    • per le fritture non utilizzare olio già usato per altri cibi infarinati od impanati; evitare anche l’olio di semi vari e quello di arachide; preferire sempre l’olio extravergine d’oliva oppure olio di mais o di girasole;
    • analizzare la ricetta, escludere e sostituire gli ingredienti non concessi nella dieta del bambino allergico con altri sicuri;
    • sigillare e separare i pasti speciali sino al momento del consumo (anche in frigorifero).

 

    • Alla fine di ogni pasto o merenda bisogna ricordare a fratelli e amici di lavarsi le mani e la bocca con acqua e sapone per evitare che residui delle proteine allergeniche possano involontariamente essere assunte dalla persona allergica.

 

    • I genitori devono sensibilizzare ed istruire accuratamente tutte le persone che potrebbero sostituirsi a loro come i nonni, zii o 

baby sitter, ecc., a gestire tutte le problematiche che la patologia comporta.

 

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L’Associazione di Promozione Sociale Food Allergy Italia è la prima associazione in Italia  che si propone di tutelare esclusivamente la salute delle persone affette da allergie ed intolleranze alimentari.



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