Vivere con allergie alimentari: a scuola
L’allergia alimentare incide pesantemente sulla qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.
L’allergia alimentare si differenzia dagli altri tipi di allergia perché l’ingestione, anche in quantità piccolissima dell’alimento “sbagliato” può essere letale.
L’allergia ai cani, ai gatti ed alle graminacee, sebbene fastidiosa, non rappresenta normalmente una minaccia per la vita; nel caso dell’allergia alimentare, invece, la reazione allergica può causare addirittura la morte.
Quando l’allergia alimentare coinvolge due o tre alimenti (per esempio latte e uovo, latte – uovo – grano), la ricerca di prodotti sostitutivi si complica enormemente rendendo estremamente difficile il mantenimento di una dieta rigorosa. È fondamentale, pertanto, sviluppare un’accurata strategia educazionale per istruire il paziente e la sua famiglia nella programmazione di menù che assicurino varietà ed adeguatezza nutrizionale alla dieta, la quale deve essere rivalutata periodicamente.
I rischi della dieta di esclusione sono:
- malnutrizione;
- alto costo per la famiglia e per la società;
- ansietà nella famiglia;
- iperprotezione del bambino;
- alterazione delle dinamiche relazionali familiari;
- isolamento sociale della famiglia;
- angoscia/frustrazione in caso di reazione.
È molto difficile convivere con le allergie alimentari, anche perché piccole tracce degli alimenti allergizzanti, che normalmente non sono avvertite da persone non allergiche, possono rappresentare una minaccia per la vita.
L’ALLERGIA ALIMENTARE A SCUOLA
Per il bene degli studenti allergici, genitori e scuola devono lavorare insieme per riuscire a sviluppare un rapporto di reciproca fiducia che permetta ai bambini/ragazzi con allergie alimentari di ricevere le cure e le attenzioni necessarie in un ambiente sicuro.
I bambini/ragazzi allergici non devono essere discriminati, ma aiutati ad inserirsi nella comunità sensibilizzando compagni ed operatori scolastici ad adottare le norme igieniche e di prevenzione indispensabili per una loro sicura e serena convivenza nell’ambiente scolastico.
Il bambino/ragazzo allergico è sicuramente tutelato dalla legge sulla protezione dei dati personali per quanto riguarda il suo stato di salute. Tuttavia dovrebbe anche essere adeguatamente considerato il beneficio derivante da una linea di condotta e di gestione aperta e trasparente.
Privacy e la necessità di un intervento tempestivo devono essere ben bilanciate.
La scuola e il circolo didattico di competenza devono accordarsi con i genitori ed il medico curante del bambino/ragazzo sugli aspetti più importanti del problema:
- procedure di emergenza;
- somministrazione di farmaci e training del personale scolastico;
- autorizzazione alla somministrazione di farmaci in ambiente scolastico;
- pranzo e merenda (come manipolare e servire il cibo);
- norme preventive da adottare.
1) Procedure di emergenza.
I genitori di bambini/ragazzi allergici devono consegnare alla scuola un certificato medico rilasciato dall’allergologo o dal medico curante che indichi dettagliatamente il tipo di allergia di cui è affetto il proprio figlio, come si manifestano i sintomi di una reazione di anafilassi, il nome commerciale dell’eventuale farmaco salvavita da somministrare in orario scolastico, il dosagio e le sue modalità di somministrazione. Contestualmente i genitori devono consegnare un piano di intervento scritto che indichi in modo dettagliato i sintomi ed i farmaci da utilizzare in caso di reazione specificando dettagliatamente i nomi commerciali, la forma farmaceutica, il dosaggio e le modalità di somministrazione e conservazione. I genitori devono anche dotare la scuola degli eventuali farmaci da somministrare al bambino/ragazzo in caso di accidentale esposizione all’allergene.
I genitori, inoltre, devono fornire un documento in cui autorizzano il personale docente e non docente alla somministrazione dei farmaci necessari nelle modalità previste dal medico curante, con particolare riferimento all’adrenalina autoiniettabile in caso di reazione anafilattica. La scuola insieme ai genitori dell’alunno allergico concorderà il numero di kit salvavita che verranno messi a disposizione del personale scolastico ed il luogo dove conservarli (per esempio: cartella dell’alunno, infermeria scolastica, armadio di classe).
L’Associazione, per aiutare i genitori e la scuola nell’inserimento dei pazienti con allergia alimentare grave, ha elaborato un protocollo d’intervento che consente una più agevole gestione delle emergenze scolastiche. (vedi sezione “Protocollo di emergenza anafilassi a scuola”).
Tuttavia, nel caso si verificasse una emergenza anafilassi a scuola, occorre somministrare tempestivamente l’adrenalina autoineittabile e chiamare subito il numero di emergenza sanitaria 118. In seguito si riportano alcuni consigli per rendere efficace la telefonata:
- chiamare il 118;
- dare il nominativo di chi chiama, il luogo dell’evento (nome e indirizzo della scuola) e il recapito telefonico di chi chiama;
- informare il personale paramedico che un bambino/ragazzo sta avendo uno shock anafilattico da alimento, descrivendo i sintomi che presenta e le condizioni in cui si trova;
- non chiudere mai la telefonata;
- non lasciare solo il bambino/ragazzo;
- evitare il panico. Cercare di tranquillizzare il bambino/ragazzo colpito in attesa dei soccorsi;
- non dare nulla da bere;
- lasciare il bambino/ragazzo dove si trova, evitando di mantenerlo in posizione eretta;
- se il bambino/ragazzo è cosciente metterlo in posizione antishock, sollevando le gambe in modo da favorire l’afflusso di sangue alla testa e al cuore. Se presenta difficolta’ respiratoria (asma) tenere il busto un po’ sollevato da terra;
- se il bambino/ragazzo è incosciente metterlo nella posizione laterale di sicurezza secondo le norme di primo soccorso.
2) Somministrazione dei farmaci e training del personale scolastico.
Non esiste ancora una legislazione specifica sull’argomento, ma le Raccomandazioni Ministeriali del 2005, emanate congiuntamente dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Ministero della Salute, predispongono la cornice nell’ambito della quale la somministrazione dei farmaci necessari per contrastare una reazione anafilattica può essere effettuata a scuola.
L’esperienza internazionale, soprattutto quella anglosassone, dimostra che purtroppo l’istituzione di una infermeria all’interno della scuola non è sufficiente in caso di anafilassi, perché essa è una situazione eccezionale e, come tale, può avvenire in qualunque luogo, anche lontano dall’infermeria (p.e. mensa, uscita didattica, palestra, gita).
La scuola ha il preciso compito e dovere di salvaguardare la salute psicofisica e la sicurezza degli studenti. Ciò, però, non implica l’obbligo di somministrare medicamenti di tutti i tipi.
Tuttavia la scuola può assumersi la responsabilità di somministrare terapie d’emergenza facendosi rilasciare dai genitori una autorizzazione a procedere.
Per legge la scuola ha il dovere di chiamare il 118 in caso di emergenza.
Poichè non esiste ancora una cura per l’allergia alimentare, è indispensabile elaborare una strategia educazionale rivolta non solo al paziente ed alla sua famiglia ma anche a tutti i soggetti che quotidianamente sono coinvolti nella gestione della patologia (come il personale scolastico), perchè possano adottare le dovute precauzioni e siano in grado di riconoscere e valutare correttamente le situazioni di rischio.
L’ingresso del bambino/ragazzo allergico nella comunità scolastica è un momento che crea ansia non solo nei genitori ma anche negli operatori scolastici: nella famiglia perché essa affida temporaneamente la custodia del proprio figlio e nella scuola perché si sente impreparata ad affrontare il problema. Scuola e genitori dovrebbero, pertanto, collaborare nell’interesse del bambino/ragazzo.
I bambini/ragazzi che soffrono di allergie alimentari gravi, a rischio di anafilassi, possono trovarsi in situazioni che comportano una certa gravità e che richiedono un intervento farmacologico urgente ed improcrastinabile da parte di chi si trova presente al momento della “crisi” prima dell’arrivo dell’ambulanza.
Tuttavia, la realtà dimostra che il personale scolastico, spesso, non è disponibile a somministrare i farmaci necessari, soprattutto per il timore di eventuali responsabilità che possono derivare dal loro operato.
La nostra Associazione, già nel 2003, ha richiesto un parere al prof. Paolo Benciolini del Servizio di Medicina Legale dell’Azienda Ospedaliera di Padova, Università di Padova, che, su questo argomento, si è espresso dicendo: “Tali timori sono assolutamente ingiustificati e ciò per ragioni di ordine giuridico che tengono conto sia delle circostanze nell’ambito delle quali la somministrazione viene effettuata, sia delle caratteristiche dei farmaci la cui utilizzazione può essere richiesta nel caso della patologia allergica”.
Va chiarito che i farmaci da somministrare in caso di reazione anafilattica sono di facile utilizzo e, generalmente, privi di particolari controindicazioni; inoltre, non è richiesta nessuna qualifica o competenza particolare da parte di chi li somministra. Quindi, occorre rassicurare l’operatore scolastico il quale, in una situazione di emergenza, agisca prestando soccorso in conformità alle istruzioni riportate nel certificato del medico curante.
Da tutto ciò ne consegue che la formazione del personale scolastico è molto importante e deve essere effettuata attraverso specifici corsi di formazione, gestiti da un team multidisciplinare, che preparino ad affrontare le problematiche correlate alla gestione dell’allergia alimentare e della anafilassi a scuola.
Pertanto la scuola, come chiunque altro in una situazione di emergenza, deve intervenire tempestivamente per arrestare una reazione che può evolvere nel giro di pochi minuti verso una reazione grave, prestando le cure di pronto soccorso secondo le modalità indicate nel certificato del medico curante e per le quali è stata precedentemente autorizzata dai genitori o chi esercita la potestà genitoriale.
3) Autorizzazione alla somministrazione di farmaci in ambiente scolastico.
I genitori o chi esercita la potestà genitoriale devono consegnare alla scuola un’autorizzazione scritta alla somministrazione dei farmaci necessari in caso di reazione anafilattica, con particolare riferimento all’adrenalina autoiniettabile. Tale autorizzazione, deve essere accompagnata da idonea certificazione medica attestante lo stato di malattia dell’alunno e dalla prescrizione specifica dei farmaci da assumere, nonché precise ed idonee indicazioni circa la conservazione, le modalità ed i tempi di somministrazione, la posologia.
4) Pranzo e merenda.
Poiché non esiste ancora una cura per le allergie alimentari, la chiave è innanzitutto la prevenzione. Pertanto, per favorire l’inclusione di questi pazienti, è necessario creare un ambiente scolastico sicuro e privo degli allergeni che possano provocare una reazione allo studente allergico.
COME MANIPOLARE IL CIBO:
La manipolazione del cibo di un bambino allergico richiede particolari attenzioni e la necessità di adottare particolari e scrupolose misure di precauzione.
E’ sempre indispensabile:
- informare la scuola, tutto lo staff della cucina o l’eventuale società di catering che fornisce i pasti, della presenza di un bambino allergico che necessita di una dieta personalizzata ma soprattutto di un pasto sicuro;
- spiegare sempre quali siano le norme igienico-sanitarie e le precauzioni procedurali da adottare durante l’allestimento di un pasto per un bambino allergico e precisamente:
- fare attenzione alle contaminazioni involontarie durante la preparazione del pasto;
- fare attenzione alle salse, condimenti, ecc… perché possono contenere ingredienti come latte, uovo, grano anche in modo nascosto (per esempio aromi naturali, aroma caramello, lattoglobulina sono voci che indicano la presenza di derivati del latte);
- è sempre preferibile dare la priorità temporale alla preparazione di un pasto per allergici, soprattutto nel caso in cui non sia possibile allestire una parte della cucina alla preparazione di pasti speciali e sicuri;
- lavare sempre accuratamente le mani e le superfici di lavoro; usare stoviglie ed utensili puliti o, meglio ancora, usarne un set esclusivamente dedicato alla preparazione dei pasti speciali (ad esempio: se si usano cucchiai e taglieri in legno, alcuni dovrebbero essere adoperati solo per la preparazione di pasti speciali per evitare contaminazioni involontarie; se si cucina la pasta, usare un tegame pulito con acqua non usata per altre cotture e mai mescolare la pasta con lo stesso cucchiaio usato per altre pietanze; lavare lo scolapasta oppure usarne uno apposito per i pasti per allergici);
- cucinare i cibi separatamente (specialmente nei casi, per esempio il forno, nei quali potrebbero nascere involontarie contaminazioni incrociate);
- prima di usare cibi preconfezionati leggere attentamente le etichette perché potrebbero essere incomplete, elencare cibi in modo poco comprensibile o addirittura potrebbero legittimamente non dichiarare alcuni ingredienti (se presenti in misura inferiore a quella necessaria per la citazione in etichetta, ai sensi delle vigenti norme);
- per le fritture non utilizzare olio già usato per altri cibi infarinati od impanati; evitare anche l’olio di semi vari e quello di arachide; preferire sempre l’olio extravergine d’oliva oppure olio di mais o di girasole;
- analizzare la ricetta, escludere e sostituire gli ingredienti non concessi nella dieta del bambino allergico con altri sicuri;
- sigillare e separare i pasti speciali sino al momento del consumo (anche in frigorifero e durante il trasporto in mensa).
COME SERVIRE IL PASTO:
Il pasto è sicuramente uno dei momenti di relax e di socializzazione per i bambini/ragazzi. Bisogna riuscire a renderlo un’esperienza piacevole anche per chi è allergico. Per questo motivo si devono mettere in atto le necessarie precauzioni che facilitino la permanenza del bambino allergico nella mensa, tra le quali:
- evitare di far transitare il bambino/ragazzo allergico davanti al banco dove si distribuisce il cibo rischioso;
- servire per primo il pasto speciale usando guanti puliti; il pasto dovrà essere racchiuso in contenitori sigillati e separato dagli altri pasti;
- fornire posate, tovagliolo, bicchiere, pane ed acqua in confezioni sigillate;
- fare sedere il bambino/ragazzo in un posto ben arieggiato e ad una distanza di sicurezza, pur non eccessivamente discriminante, dai compagni;
- fare lavare sempre le mani e la bocca a tutti i bambini/ragazzi dopo la fine di ogni pasto con acqua ed il sapone concesso (alcuni tipi possono contenere allergeni)..
COME SERVIRE LA MERENDA:
- sarebbe preferibile consumarla in un posto diverso dall’aula, ma se questo non fosse possibile, è bene evitare che i bambini/ragazzi si muovano nella classe durante la merenda. E’ consigliabile, invece, farla consumare al proprio posto ed usare una salvietta di carta sul banco per contenere il più possibile le briciole;
- chiedere agli altri alunni di portare merende semplici, preferentemente prive degli allergeni che possono scatenare una reazione e poco untuose;
- pulire o spazzare nel miglior modo possibile il pavimento dell’aula;
- fare lavare sempre le mani e la bocca a tutti i bambini/ragazzi dopo la merenda con acqua ed il sapone concesso, perché alcuni tipi possono contenere allergeni;
- far sempre pulire eventuali tracce di sporco dai banchi (potrebbero contenere allergeni in grado di scatenare una reazione) usando preferibilmente le salviette umidificate concesse all’allergico
5) Norme preventive da adottare.
Per rendere sicuro, cioè privo di allergeni, l’ambiente scolastico che un bambino od un ragazzo allergico frequenta è necessario concordare con la scuola le opportune norme igieniche da adottare.
E’ bene considerare come forma di prevenzione far sedere lo studente allergico ad una distanza di sicurezza rispetto al compagno che mangia una merenda con allergeni, ma mai far mangiare da solo lo studente allergico od in un altro locale, in modo tale da promuovere l’inclusione del bambino /ragazzo allergico anche nei momenti conviviali di classe.
Gli accorgimenti saranno chiaramente diversi a seconda dell’età dello scolaro e tali da rendere possibile una serena convivenza degli allergici con i compagni.
Alle scuole per l’infanzia si può suggerire di:
- fare lavare sempre le mani e la bocca a tutti i bambini dopo la fine di ogni pasto con acqua ed il sapone concesso (alcuni tipi possono contenere allergeni)
- fare consumare i pasti ed il cibo in genere solo ed esclusivamente in ambienti preposti (sala mensa) e mantenuti puliti da personale addetto;
- evitare il consumo di caramelle, dolciumi, merendine, yogurt, succhi di frutta, ecc… negli ambienti scolastici non preposti come corridoi, aule e sala ricreazione, per evitare anche i più piccoli contatti con l’alimento scongiurando, così, il rischio di gravi ed imprevedibili reazioni di anafilassi;
- tenere i bavagli e gli asciugamani del bambino allergico ben separati da quelli degli altri;
- evitare di far toccare al bambino allergico materiale didattico come colori, plastiline, ecc… senza aver interpellato i genitori;
- consentire al bambino allergico di portare a scuola il suo sapone personale ed alcuni tipi di alimenti a lui concessi come caramelle, merendine, crackers da consumare in qualche occasione particolare (per esempio festine, compleanni, ecc…).
Alle scuole elementari ed a quelle medie, dove la consapevolezza degli scolari è maggiore, si può suggerire di:
- sensibilizzare e responsabilizzare i compagni verso le norme preventive di pulizia personale (lavare mani e bocca con acqua e sapone) indispensabili dopo aver consumato pasti o merende;
- predisporre un locale in cui consumare le merende durante la ricreazione per evitare che questo accada lungo i corridoi od in classe. Se questo non fosse possibile, fare consumare le merende seduti al banco usando una salvietta di carta per contenere le briciole: in questo modo sarà possibile evitare inutili contatti con l’allergene;
- far sempre pulire eventuali tracce di sporco dai banchi (potrebbero contenere allergeni in grado di scatenare una reazione) usando preferibilmente le salviette umidificate concesse all’allergico;
- evitare il consumo di caramelle, dolciumi, merendine, yogurt, succhi di frutta, ecc… negli ambienti scolastici non preposti come corridoi, aule e sala ricreazione, per evitare anche i più piccoli contatti con l’alimento scongiurando, così, il rischio di gravi ed imprevedibili reazioni di anafilassi;
- consultare i genitori prima di fare usare materiale didattico di ogni tipo;
- consentire al bambino/ragazzo allergico di portare a scuola qualche alimento di scorta da consumare in occasioni particolari.